Musica
“Siamo tutti narcisisti!”
Quarto lavoro in studio degli Autostoppisti del Magico Sentiero tra alienazione, caccia a dittatori immaginari e parabole da esperimenti sociali. L’intervista al leader del collettivo Fabrizio Citossi, dal vivo prima data 8 febbraio al Caucigh

UDINE – Selfie in sala operatoria, istantanee distopiche, ancora scatti autocompiaciuti e ad ostentare superiorità culturale con bambini del terzo mondo, cibi esotici che conosciamo solo noi, ipnosi collettiva, cinque-sei mantra da ripetere a consapevolezza zero, l’attualissima caccia a dittatori fascisti quanto immaginari: nonsense con incedere funky che sembra arrivare dal periodo della cattura di Moro, indebitati fino alle vertebre, Guccini dall’oltretomba nel purgatorio di fibra ottica. E poi l’acciaieria, terreno scivoloso anche per i grandi intellettuali di casa nostra dall’Isonzo al Tagliamento, verso una verde estinzione, un po’ Elio quando ancora cercava storie in tensione, ancora intellettuali a riempire spazi vuoti, ancora come sopra. Alcune suggestioni, frame, tracce di trama dall’ascolto di Narci Scisma, quarto lavoro in studio degli Autostoppisti del Magico Sentiero, collettivo che ruota attorno al progetto Rive No Tocje e al suo creatore, Fabrizio Citossi, incontrato per approfondire la pubblicazione.
“Il titolo originale del disco sarebbe stato Narci Sisma (nel senso che oramai sui social si parla solo di narcisismo) poi mutato per descrivere la doppia foto di copertina con il nostro cantante vestito e desnudo. Pare che questi tutorial sul narcisismo ”prosegue il Citossi“ siano diventati una sorta di ministero della pubblica istruzione sentimentale con lo scopo di mettere in luce aspetti della personalità umana – ignorati fino all’altro giorno – dove ogni gesto non rientrante nella norma dei comportamenti accettabili diventa una sorta di delitto passionale, condannabile: siamo di fronte al piu’ grande esperimento educativo di massa mai effettuato e cominciato cinque anni fa con l’introduzione di un pipistrello in un condotto di aerazione. Stessa cosa per la cultura green e quella woke: affini alla nuova cultura del narcisismo in quanto creatrici di dogmi – seppur settorialmente diversi – che in qualche modo determinano, con l’adesione o meno, chi siano i buoni e chi i meno buoni.” E’ l’intro del protagonista, come sempre avulso da ogni forma di conformismo linguistico.
“Al giorno d’oggi non vi è spazio alcuno per il cantautorato” rincara FC: “gli Autostoppisti infatti sono un gruppo blues, anche se non in senso classico. Il cantautorato non ha più ragione di esistere da almeno quarant’anni per quanto mi riguarda anche perchè personalmente non lo amo in senso stretto e al predicatore marxista prediligo la tradizione biblica e la poesia beat!”
Un supergruppo con elementi pescati dal jazz e dal rock, testi caustici, cinismo irriverente quanto attuale: “rispetto al dittatore fascista immaginario, strofa di una delle tracce che più stanno attirando curiosità tra il pubblico, credo che sia molto più semplice trovare un nemico feticcio da aggredire nel passato piuttosto che nel presente, una figura su cui proiettare le tensioni sociali; mi chiedo allora “prosegue il leader degli Autostoppisti” perchè non ci spostiamo ancora più a ritroso per condannare storicamente anche -non so!- Gengis Khan e Alessandro Magno e additarli come nemici giurati delle nuove masse apolidi e globalizzate, riscrivendo la storia rendendola un genere letterario come sentenziava Duby, anche se gli storytelling attuali dei grandi eventi ci stanno già mettendo del loro… facendoci tutti abbeverare la conoscenza ad un pozzo neoliberista!” è la conclusione su lama di rasoio del nostro ospite.
E per chi volesse ascoltarli dal vivo, il tour “La lobotomizzazione del risveglio” passa sabato 8 febbraio al Caffè Caucigh di Udine, il 21 all’ARCI Nuovi Orizzonti sempre a Udine, 8 marzo al Circolo Casabase di Romans e il 19 aprile alla Sala Consiliare del Municipio di Fiumicello.
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