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Economia & Lavoro

Confesercenti contro il nuovo dpcm: “Penalizzate le piccole realtà”

«É inspiegabile la decisione del Governo di bloccare gli spostamenti fra comuni nelle giornate delle principali festività (Natale, Santo Stefano, 1 e 6 gennaio)»

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UDINE – «La storia si ripete. Ancora una volta, a essere penalizzate dalle molte regole delineate dal dpcm nazionale, prima, e dall’ordinanza regionale, poi, sono le microimprese: negozi di vicinato, bar, ristoranti, alberghi etc. Chi legifera continua evidentemente a non comprendere qual è il funzionamento di queste realtà e, di conseguenza, le necessità di una serie di categorie che sono alla base dell’economia dei territori», così Marco Zoratti, vice presidente di Confesercenti Fvg, ha commentato il dpcm del 3 dicembre e la successiva ordinanza emanata dalla Giunta Fedriga.

«É inspiegabile la decisione del Governo di bloccare gli spostamenti fra comuni nelle giornate delle principali festività (Natale, Santo Stefano, 1 e 6 gennaio). Si mette sullo stesso piano Milano o Roma e un piccolo Comune della nostra regione. Il risultato è quello di penalizzare, una volta in più, le attività che hanno sede nei territori più piccoli. Quelle, insomma, da cui è formata la nostra regione. Nulla da dire sulla complessità e l’eccezionalità della situazione che stiamo vivendo, questo è chiaro. Come è altrettanto ovvio che la tutela della salute è imprescindibile. Resta il fatto che però tutte queste norme farraginose, che si accavallano, non aiutano nessuno. Non tengono conto delle reali necessità delle imprese e diventano di difficile comprensione da parte dei cittadini. Si pensi alla nuova ordinanza regionale, che prevede per gli esercizi commerciali al di sotto dei 40 mq la possibilità di aprire le porte a un solo cliente alla volta: immaginiamo un piccolo negozio, dentro un cliente, fuori la fila per aspettare il proprio turno (con rischio assembramenti), al freddo (visto il periodo dell’anno) e magari in una giornata di pioggia (non rara nella nostra regione). Quanti sceglieranno di fermarsi e quanti invece se ne andranno a casa preferendo procedere con un acquisto online?».

«In questi giorni si è molto parlato di come incentivare gli acquisti in negozio piuttosto che quelli sul web. L’ordinanza, però, non va in questa direzione, anzi. Ancora una volta, quindi, a pagare saranno i “piccoli”. Molto più semplice sarebbe stato invece mantenere l’obbligo della distanza di un metro anche all’interno dei negozi e magari aumentare i controlli. Insomma, chi fa le regole non riesce proprio a mettersi nei panni delle microimprese e alle difficoltà con cui devono operare. Bisognerebbe puntare a norme condivise da tutti i livelli, e facilmente applicabili, così probabilmente si troverebbe maggiore disponibilità al rispetto delle stesse anche da parte dei cittadini», chiude Zoratti.

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