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Economia & Lavoro

Occupazione in Fvg: saldo positivo per il lavoro dipendente

Situazione ancora critica per le attività commerciali e turistiche, oltre che per il lavoro indipendente

Alessandro Cesare

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FVG – Sono 46.973 le assunzioni di lavoratori dipendenti in Friuli Venezia Giulia nel primo trimestre del 2021, a fronte di 32.880 cessazioni di rapporti di lavoro. Si conferma positivo, quindi, il saldo occupazionale, pari a 14.093 unità, oltre 6.300 in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Sono questi, in sintesi, i dati rilevati dall’Osservatorio regionale sul mercato e le politiche del lavoro nel rapporto sull’occupazione in Friuli Venezia Giulia nei primi mesi dell’anno. “Si tratta di una conferma rispetto a quanto era maturato nella seconda parte del 2020 – ha rilevato l’assessore regionale al Lavoro Alessia Rosolen -. Accogliamo la notizia positivamente, ma sempre nella consapevolezza delle criticità che dovremo affrontare nei prossimi mesi e sulle quali ci stiamo preparando confrontandoci con gli attori del sistema. È molto importante tenere continuamente monitorata la situazione, andando alla ricerca degli aspetti positivi su cui costruire, così come le fasce che più hanno bisogno di intervento. Fasce che abbiamo individuato, segnalato al Ministero del Lavoro nel corso di un recente incontro e su cui abbiamo avviato il confronto per la predisposizione delle norme da inserire nell’assestamento di Bilancio di luglio. Diffondere prontamente queste informazione ai cittadini: per questo è centrale il ruolo di ricerca dell’Osservatorio Regionale del Mercato del lavoro”.

A favorire il saldo positivo, come ha spiegato Carlos Corvino, ricercatore responsabile della struttura, sono le misure di protezione attuate per contrastare gli effetti del Covid-19: in primis il congelamento dei licenziamenti, ma anche gli interventi messi in campo per fronteggiare la terza ondata pandemica. Si fa riferimento al sistema delle chiusure selettive, all’utilizzo dello smart working e alla coesione sociale del territorio che hanno permesso, pur con difficoltà, di registrare a marzo 2021 oltre 12.900 assunzioni (il 41,2% in più rispetto allo stesso mese del 2020). L’analisi completa sarà pubblicata sulla pagina web dell’Osservatorio.

La ripresa si deve soprattutto al lavoro a termine, in particolare la somministrazione di lavoro (+16,3%) e il parasubordinato (+1,9%). L’incremento riguarda i settori delle costruzioni (+28,9%), dell’industria (+9%), dell’istruzione (+27,3%), mentre restano ancora indietro il comparto alberghi e ristoranti (-47%) e in minor misura il terziario (-3,2%). Sul fronte del genere si osserva una contrazione di assunzioni per la componente femminile (-8,6%), mentre aumenta l’occupazione maschile (+3,7%). Il calo riguarda soprattutto le donne tra i 35 e i 44 anni (-12,4%) e tra i 45 e i 54 anni (-10,6%) mentre crescono le assunzioni di giovani maschi dai 15 ai 24 anni (+12,6%).
L’Osservatorio regionale ha stimato in circa 5.500 unità i licenziamenti “congelati”, ovvero soggetti a rischio di disoccupazione al termine del blocco introdotto dalle misure nazionali. Come ha spiegato Corvino, si tratta di lavoratori di cittadinanza italiana di età compresa tra i 30 e i 54 anni, assunti per la maggior parte a tempo indeterminato. Sono impiegati soprattutto nel terziario (50%), nell’industria (25%) nelle costruzioni (11%) e nel comparto alberghi e ristorazione.
Visto il buon andamento di una parte importante della nostra economia, in particolare industria ed export e considerando che buona parte delle imprese e dei lavoratori potrebbero ancora usufruire di ammortizzatori sociali – ha osservato Corvino – l’impatto sulla disoccupazione potrebbe essere gestito con interventi mirati e pianificati, anche per diversi gruppi di età e professioni. Resta aperto il tema della disoccupazione che potrebbe derivare dal lavoro indipendente e autonomo e dai lavoratori stagionali, già al centro dell’attenzione dell’amministrazione regionale, nonché del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), con gli interventi previsti di rafforzamento delle politiche attive del lavoro e con misure più universali di protezione del reddito da lavoro.

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