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Cronaca & Attualità

Natalità: la legge regionale sulla famiglia varata in Fvg diventa modello in tutta Italia

Il plauso durante gli Stati generali della natalità, in corso di svolgimento a Roma

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FVG – La Legge regionale sulla famiglia del Friuli Venezia Giulia è presa a esempio in tutta Italia e, come modello da imitare, è oggi all’esame di diverse amministrazioni regionali della Penisola che, insieme al governo, stanno cercando di trovare una soluzione al drammatico calo delle nascite, un problema che sta già avendo pesanti ricadute negative in ambito sociale, ad esempio per la carenza di manodopera. È quanto è emerso a Roma, nella seconda giornata di dibattiti promossi in occasione dalla seconda edizione degli Stati generali della natalità, a cui ha preso parte, in presenza, l’assessore regionale alla Famiglia del Friuli Venezia Giulia, Alessia Rosolen. L’evento, organizzato dalla Fondazione natalità e dal Forum delle associazioni familiari, è stato ideato per riflettere su un tema di drammatica attualità, capace di unire tutto il “sistema Paese”, e per provare a fare proposte per invertire il trend demografico fortemente negativo.

Nel suo intervento, l’esponente dell’Esecutivo ha ricordato come, per la prima volta, la nostra Regione abbia costruito e costituito una legge organica incentrata sulla famiglia e lo abbia fatto slegandola dai temi dell’assistenza sociale. L’attenzione è stata concentrata sulla famiglia intesa come perno e come responsabilità collettiva della società. Ne è conseguito che tutte le politiche attive sviluppate abbiano avuto come filo conduttore la centralità della famiglia: su di essa e sullavnatalità è nata la legge oggi esempio per tutta l’Italia.Alcuni dati recenti confermano in toto la bontà della scelta fatta dalla Regione: numeri emblematici strettamente legati alla possibilità dei giovani di farsi una famiglia uscendo relativamente presto dalla casa di mamma e papà e delle donne di trovare un’occupazione che consenta loro di guardare con fiducia alla scelta di diventare madri. Si tratta di due primati del Friuli Venezia Giulia a livello nazionale: a Pordenone abbiamo il dato più alto l’Italia per il tasso di occupazione giovanile mentre la città di Trieste conta il dato più alto di occupazione femminile, record a legato a uno storico ed elevato numero di servizi che vengono garantiti.

Primati importanti, quelli illustrati a Roma dall’assessore regionale alla Famiglia, che raccontano della certezza del sostegno all’occupazione e al lavoro, in Friuli Venezia Giulia, e dell’attivazione di tutte le misure di supporto ai giovani e alle donne che portano a favorire la natalità. Sono molto positivi anche i dati di occupazione post pandemia, con un aumento significativo delle assunzioni, grazie alle politiche attive del lavoro. L’esponente dell’Esecutivo ha spiegato come l’impegno sia costante e l’attenzione non venga mai meno, nella consapevolezza che la nostra è una delle regioni con la popolazione residente anagraficamente tra le più “vecchie” del Paese, con un numero dei pensionati che è lo stesso dei lavoratori; oltre al dato spot e superando il necessario intervento “una tantum”, la Regione
lavora con costanza su un programma organico di aiuto alla famiglia, con grandissima attenzione ai bambini. Solo dove lo stato sociale è forte e dove supporta la vita delle famiglie in maniera organica e metodica, come si sta facendo in Friuli Venezia Giulia, troviamo donne che lavorano e che diventano madri, e dove i giovani si rendono presto indipendenti con la possibilità di creare un nuovo nucleo familiare.

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