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Il centrosinistra udinese va all’attacco: «La sconfitta è andata di traverso»

L’intera coalizione che sostiene l’attuale sindaco De Toni critica con forza la norma prevista dal centrodestra regionale che prevede l’abbassamento della soglia dal 50% al 40% più uno dei votanti per l’elezione diretta al primo turno dei sindaci

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La giunta del comune di Udine
La giunta del comune di Udine

UDINE«Il disegno di Legge “salva Fontanini” partorito dalla giunta Fedriga, arriva tardi rispetto all’appuntamento con la storia. Al centro destra, evidentemente, è andata di traverso la sconfitta di Udine, e cerca ora formule per evitare che la situazione si ripeta». Questo è il commento delle forze della coalizione di maggioranza: Azione Udine, Cittadini, Europa Verde Udine, Federazione Quadrifoglio, Italia Viva Udine, Partito Democratico Udine, Possibile Udine, Sinistra Italia Udine, Spazio Udine.

La posizione della coalizione

L’intera coalizione che sostiene l’attuale sindaco di Udine Alberto Felice De Toni, eletto alle ultime consultazioni comunali, critica con forza la norma prevista dal centrodestra regionale che prevede l’abbassamento della soglia dal 50% al 40% più uno dei votanti per l’elezione diretta al primo turno dei sindaci nei comuni sopra i 15.000 abitanti.

Un disegno di legge i cui effetti non spaventano la coalizione che «non ha paura – sostengono i segretari dei partiti e coordinatori di gruppi civici di maggioranza, sgomberando il campo da ogni genere di malinteso – di affrontare in vista della prossima sfida elettorale. A noi – proseguono – sta a cuore la tanto auspicata democrazia, perché il 40% più uno non è maggioranza e partecipazione, di cui tutti si riempiono la bocca, ma a livello regionale si vuole ridurre a suon di scelte che sviliscono ulteriormente il ruolo delle istituzioni».

Il problema della partecipazione

Al centro della critica al disegno di legge anche il tema della partecipazione. «Guardiamo, con i dati, alla città di Udine – spiega la coalizione – Poco più di un anno fa, al primo turno, ha votato il 54 % degli aventi diritto. Con la nuova norma voluta dalla destra regionale basterebbero 16.888 voti per diventare sindaco o sindaca, in sintesi 1/5 degli elettori della città. Per inciso il sindaco De Toni è tale con la fiducia di 18.576 voti nel secondo turno elettorale. Consci del fatto che il primo obiettivo della politica dei giorni nostri è o quantomeno dovrebbe essere, in senso generale, a destra come a sinistra passando per il centro e il mondo civico, quello di riportare le persone a votare – si chiede la maggioranza –, come si pensa di farlo con una norma che riduce l’importanza del chiamare alle urne il maggior numero di elettori ed elettrici? Che volontà c’è, da destra, di aumentare la percentuale di votanti, quando la traduzione della proposta è “faccio il possibile per portare i miei che intanto mi basta”.

«E ancora – prosegue la coalizione –, che legittimità avrebbe un sindaco voluto da 1/5 della città e che genere di ascolto e importanza si vuole dare a candidature chiaramente di minoranza ma che sono utili al processo di democrazia quotidiana e che perderebbero ovviamente rilevanza e appeal in questo nuovo sistema. La destra per un problema della destra (Udine) trova, per i fatti propri, la propria soluzione. È sicura che basti? Perché facendo due conti l’area di centro sinistra, afferente ai due candidati De Toni e Marchiol al primo turno arriva a poco meno del 49%. Questa presa di posizione – concludono – assomiglia molto a quando si è bambini e si vuole cambiare le regole per vincere a tutti i costi. Noi rimaniamo dentro il campo da gioco, in attesa di capire come vuole giocare chi si arroga il diritto di cambiare le regole del gioco a proprio piacimento».

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