Pordenone
Pordenone, rubava i risparmi di un disabile: indagato un professionista
Peculato a Pordenone: sequestrati beni per 57mila euro a un amministratore di sostegno che sottraeva denaro a un disabile

Un professionista pordenonese è finito sotto indagine per aver sottratto oltre 72.000 euro dai conti di una persona totalmente invalida, di cui era stato nominato amministratore di sostegno. L’uomo avrebbe utilizzato i fondi per spese personali, violando il mandato affidatogli dal Tribunale. La Guardia di Finanza di Pordenone ha eseguito il sequestro preventivo di 57.924 euro, tra beni immobili e depositi bancari.
L’indagine della Guardia di Finanza
L’operazione è stata condotta su delega della Procura della Repubblica di Pordenone. Le indagini hanno permesso di ricostruire la gestione illecita dei fondi dell’assistito tra il 2014 e il 2022. L’amministratore, invece di agire nell’interesse della persona invalida, ha prelevato somme ingenti dai conti bancari del suo assistito senza giustificazione, omettendo per anni di presentare le necessarie rendicontazioni al Giudice Tutelare.
Un pubblico ufficiale accusato di peculato
Data la sua nomina giudiziaria, il professionista ricopriva il ruolo di pubblico ufficiale, e per questo motivo gli sono stati contestati i reati di peculato e omissione di atti d’ufficio. La condotta dell’amministratore non solo ha causato un grave danno economico al disabile, ma ha anche violato le norme sulla trasparenza e la correttezza nella gestione dei patrimoni altrui.
Sequestro per oltre 57.000 euro
A seguito della richiesta del Pubblico Ministero titolare del fascicolo processuale, il Giudice per le Indagini Preliminari ha ritenuto adeguatamente documentate le accuse e ha disposto il sequestro preventivo dei beni del professionista per 57.924 euro. Il provvedimento è stato immediatamente eseguito dai Finanzieri, che hanno bloccato conti correnti e beni immobili riconducibili all’indagato.
La tutela delle persone fragili
Il caso solleva forti interrogativi sul sistema di tutela delle persone più deboli e sulla necessità di maggiori controlli sugli amministratori di sostegno. Il compito di questi professionisti dovrebbe essere garantire il benessere degli assistiti, ma episodi come questo dimostrano che il sistema può essere facilmente abusato se non vengono adottate misure di vigilanza più stringenti.
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