Trieste
Trieste, nuovo sgombero di migranti al Porto Vecchio
Nuovo sgombero in Porto Vecchio a Trieste: migranti trasferiti in altre regioni, sul posto forze dell’ordine e associazioni di supporto

Un nuovo sgombero di migranti è in corso da questa mattina, 1 ottobre, nell’area del Porto Vecchio di Trieste. Fin dalle prime ore del giorno, polizia, carabinieri, guardia di finanza e polizia locale hanno presidiato la zona di largo Città di Santos, dove erano accampate diverse persone sotto la tettoia. I migranti vengono caricati su pullman diretti in altre regioni italiane, dove saranno inseriti nel sistema di accoglienza locale.
Chi viene trasferito
Tra i presenti risultano anche donne sole, famiglie con bambini e una persona con disabilità. Per garantire la sicurezza e l’assistenza sanitaria, sul posto sono intervenuti anche gli operatori del 118, insieme al personale della Caritas, Ics, Linea d’Ombra, Diaconia Valdese, Unhcr e altre associazioni impegnate nell’accoglienza. L’operazione è stata definita dalle autorità come un’azione di “trasferimento straordinario”, in coordinamento tra Viminale e Regione Friuli-Venezia Giulia.
Le reazioni politiche
Sul tema è intervenuta l’europarlamentare della Lega Anna Maria Cisint, che ha definito positivo l’intervento:
“Bene lo sgombero coordinato da Viminale e Regione. Ora è necessaria un’azione europea per blindare i confini esterni dell’Unione, che di certo non si trovano in Friuli-Venezia Giulia”.
L’ex sindaca di Monfalcone ha ricordato di aver scritto al commissario europeo per le migrazioni, Brunner, denunciando “l’emergenza della rotta balcanica e l’impatto devastante su città come Trieste”.
Il richiamo a Frontex e alle barriere fisiche
Cisint ha sottolineato che, negli ultimi mesi, il Parlamento europeo ha approvato emendamenti per rafforzare le risorse di Frontex e prevedere la realizzazione di barriere fisiche alle frontiere esterne. Secondo la parlamentare, l’accordo tra Frontex e Bosnia-Erzegovina deve essere reso operativo al più presto, così da consentire il dispiegamento del personale dell’Agenzia europea e una più efficace protezione dei confini.
La questione dei minori
L’europarlamentare ha poi ripreso la proposta sui test ossei, considerati “fondamentali per individuare le frodi e procedere all’espulsione di chi si finge minorenne per rimanere nelle nostre città a delinquere”. Un tema che continua a dividere politica e mondo delle associazioni, da tempo critiche verso misure ritenute lesive dei diritti umani.
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