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Cronaca & Attualità

Nikolajewka: necessario tramandare il valore del sacrificio alle nuove generazioni

Ricordato il 77mo anniversario della battaglia in terra russa del gennaio 1943

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UDINE – “Il Sacrario di Cargnacco, voluto da monsignor Carlo Caneva da tutti i reduci di Russia, conserva la memoria di un calvario collettivo che le istituzioni devono avere la forza di tramandare e consolidare nei giovani, perché quei soldati dispersi e tragicamente periti sono figli dell’Italia, un pezzo della nostra tragica storia: qui riposano le spoglie di circa mille soldati che pagarono con il bene supremo della vita una guerra sciagurata con dignità e senso del dovere”.
Lo ha sottolineato l’assessore regionale Barbara Zilli a margine della cerimonia dedicata al 77mo anniversario della battaglia di Nikolajewka, in cui, in condizioni ambientali estreme il 26 gennaio del 1943, dopo il crollo del fronte italiano sul Don, gli Alpini riuscirono eroicamente a rompere l’accerchiamento dell’esercito sovietico e ritirarsi uscendo dalla morsa dell’Armata Rossa.

“Il rischio – ha sottolineato l’assessore – è che il tempo eroda la memoria e che la scomparsa dei testimoni renda meno vivido il ricordo del valore di chi fu costretto a compiere il proprio dovere nella campagna d’invasione voluta dai regimi nazifascisti. Il rischio più grave è che si perda di vista il bene assoluto della pace”.

Nella partecipata cerimonia a cui hanno preso parte, tra gli altri, il vice presidente nazionale Associazione nazionale Alpini (Ana) Lorenzo Cordiglia, il vice presidente vicario nazionale dell’Unione nazionale italiana reduci di Russia (Unirr) Giovanni Soncelli e il comandante della Brigata Alpina Julia Alberto Vezzoli, Zilli ha espresso il suo ringraziamento a Unirr e Ana, evidenziando l’impegno delle associazioni e dei volontari a tenere sempre viva “la memoria dei caduti, del passato e dell’identità, permettendo così di ritrovare nella nostra storia le radici dell’essere comunità”.

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1 Commento

1 Commento

  1. Avatar

    Emanuele BRAIDA

    26 Gennaio 2020 at 19:17

    Non capisco perché in queste cerimonie non viene mai detto esplicitamente che tipo di sacrificio e voluto da chi è sopratutto le motivazioni.

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