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In perfetto cocktail-style: Licaones!

Il quartetto di Ottolini, Bearzatti, Mappa e Marchioni non delude mai le aspettative: intervista con “il reverendo” a suggellare la spumeggiante serata per More than Jazz in piazza Libertà

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foto: Elisa Caldana

UDINE – Anticamente conosciuto in Italia con il nome di bevanda arlecchina o polibibita è una bevanda ottenuta tramite una miscela proporzionata ed equilibrata di diversi ingredienti alcolici, non alcolici e aromi. Ben eseguito deve avere struttura, aroma e colore bilanciati; se eseguito senza l’uso di componenti alcoliche viene detto analcolico. E’ la definizione della parola “cocktail”. Provate adesso ad applicare tale definizione alla musica: ne uscirà il termine “Licaones”.

Frizzanti, stilosi, irriverenti, blasè, spumeggianti, colorati, simpatici e l’elenco potrebbe continuare fino al loro prossimo live. L’arena creata per More than Jazz in piazza Libertà accoglie uno dei complessi più coinvolgenti degli ultimi vent’anni con effervescente entusiasmo.

Mauro Ottolini, trombone e gag; Francesco Bearzatti: sax e battute; Paolo Mappa: batteria ed impassibilità da gentleman di altri tempi; Oscar Marchioni: il “reverendo”, organo Hammond e sound inconfondibile dell’easy listening. Proprio quest’ultimo ci ha raccontato un po’ di storia, curiosità ed aneddoti del quartetto formatosi nella Verona by night di fine anni ‘90 come naturale evoluzione dell’ Organ Trio (per gli appassionati digitare Ice Cream Girl, il singolo di maggior successo).

<<Anche il nome Licaones nasce nella città scaligera>> rimembra il reverendo: <<ci venne affibbiato dal gestore di un noto locale dove noi suonavamo spesso (il Caffè delle Erbe) e nel quale eravamo diventati il gruppo cult con tanta di quella gente che non si riusciva neanche ad entrare. All’epoca Paolo Mappa aveva i capelli rossi e il nostro style contribuì all’analogia con i cani del deserto. A consacrazione di tale marchio ricordo un concerto, in particolare, dove siamo saliti sul palco in uno stato psicofisico che definirei altamente alterato ed iniziammo a turno a ridere come dei cretini: non esagero se ti dico che i primi dieci minuti “di concerto” sono stati delle risate che poi naturalmente hanno coinvolto tutto il pubblico. Altro che avanguardie musicali!>>

<<Dopo tanti anni posso dirti che la forza di questa band è l’amicizia: ci vogliamo bene, io ogni volta non vedo l’ora di ri-suonare con loro. A breve registreremo il nostro terzo album: ho già pronte otto-nove tracce da proporre ai miei soci, anche se già so che me ne bocceranno la metà. Anche questo in amicizia!>>

Un’ora e mezza di spensieratezza in una perfetta notte di mezza estate in salsa boogaloo, bossa, funk e liscio jazz, un genere che <<suoniamo solo noi, anche perchè agli altri fa schifo!>> 

Macchiette on-the-rocks, sorrisi in platea che si sprecano, gran finale con pezzi ska-rtati dagli altri e fila per acquistare il cd che contiene i migliori successi e farselo autografare. E dopo il concerto (ma anche prima ad esser sinceri) ovviamente un buon cocktail o polibibita che dir si voglia. Un’ultima domanda ad Oscar, tanto per rimanere in argomento – ma esiste un cocktail a cui siete più affezionati? <<Ma sai che mi hai fatto venire una bella idea… Ci vorrebbe davvero un cocktail dedicato ai Licaones: che ne dici,  il brano scritto da Francesco (Bearzatti) che si chiama Tamarindo potrebbe forse ispirare qualche creativo???!!>>

I barman di grido sono allertati, noi attendiamo con trepidazione e… sete. Nel frattempo grande musica come sempre quando arrivano i Licaones!

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