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La Regione accelera verso la Fiera unica Fvg

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UDINE – Un sistema fieristico unico e coeso che possa rappresentare adeguatamente tutte le realtà specifiche del Friuli Venezia Giulia. Un soggetto che, passando non necessariamente attraverso una fusione ma con la Regione Fvg incaricata di accompagnare l’operazione, semplificandola e snellendola, entro sei mesi sia in grado di gettare le basi per un futuro basato sulle eccellenze e sulle esperienze territoriali già esistenti, tutelando l’occupazione, aprendosi anche al bacino dell’intrattenimento e dei servizi, nonché regalando una preziosa vetrina alle imprese locali. Questa la visione generale, condivisa in maniera trasversale da tutti gli intervenuti con piccole differenze di vedute solo a livello strettamente operativo, emersa a Trieste durante i lavori della II Commissione consiliare, riunita nell’emiciclo di piazza Oberdan e chiamata ad audire l’assessore Fvg alle Attività produttive e una decina di ospiti in merito allo stato di fatto e alle strategie di sviluppo del comparto fieristico regionale e dei soggetti interessati.

Soddisfazione è stata espressa dai firmatari della richiesta che aveva condotto all’incontro odierno, deputato anche a portare all’evidenza dei consiglieri regionali ulteriori approfondimenti riguardo la situazione dei singoli poli e chiarimenti legati alla posizione della Regione, delle amministrazioni comunali interessate, delle rappresentanze del mondo economico e, naturalmente, delle due Spa interessate, Pordenone Fiere e Udine e Gorizia Fiere.
La Giunta Fvg, in conclusione di lavori, ha ribadito di voler accompagnare e velocizzare il processo di valorizzazione del comparto senza dimenticarsi dei singoli territori, evidenziando anche che Regione (che, nell’ultimo assestamento di bilancio, ha già inserito un finanziamento di circa mezzo milione di euro) ed Enti pubblici non devono e non vogliono appesantire il percorso, poiché i soci di riferimento hanno i titoli per stabilire le strategie di sviluppo che, in seguito, saranno amministratori delegati e amministratori unici a portare avanti, assecondando gli azionisti senza snaturare nessuna realtà (come, per esempio, il patrimonio immobiliare di Udine che sarà preservato).
Un sistema fieristico unico costituirà solo un punto di partenza e sarà seguito da ulteriori interventi di sostegno per uscire da una crisi iniziata nel 2008 e che quello più volte definito come cigno nero (la pandemia da Coronavirus) ha ulteriormente aggravato. Ovviamente, oltre al determinante indirizzo fornito dalle assemblee dei soci, potranno rivelarsi decisivi anche dati numerici certi da ottenere attraverso studi sofisticati.
Tutti gli interventi sono stati concordi riguardo la necessità di rivedere le realtà storiche e di prendere spunto dalle grandi concentrazioni nazionali (come quelle di Milano o l’asse Bologna-Rimini che, dopo l’inglobamento di Modena, sta trattando con Parma e ha già assorbito anche Vicenza) per confrontarsi in maniera concreta a livello internazionale, attraendo nuovi ospiti sul territorio e osservatori sull’economia locale.

La Camera di Commercio Pordenone-Udine, evidenziando la delicatezza della gestione della parte immobiliare a causa dei severi costi di manutenzione, ha auspicato che la Regione accompagni il percorso verso una soluzione sotto il profilo tecnico e politico-territoriale. A parte le cinque realtà nazionali più importanti, tutte le altre sono coordinate attraverso la commissione Fiere in rete dalla stessa Pordenone Fiere che potrebbe quindi rivestire il ruolo di punto di riferimento in piena e armonica sinergia con Udine e Gorizia, facendo pesare posizione strategica, patrimonio di esperienza, competitività e capacità organizzative, nonché le opportunità fornite dalla digital connection.
Nel capoluogo isontino, inoltre, è già prevista la riconversione di parte del sito attraverso la concessione di alcuni padiglioni per creare un campus scolastico e consentire le attività formative del circuito Innovazione apprendimento lavoro (Ial). L’idea, infatti, è quella di unire tre tipologie di attività coordinate ma separate: organizzazione di eventi, business congressuale e parte immobiliare.

Tutti concordi, in primis i rappresentanti delle Amministrazioni comunali di Pordenone, Udine e Martignacco, che “non c’è più tempo da perdere”. Inoltre, sono state sottolineate anche le potenzialità degli spazi fieristici utilizzabili nel capoluogo friulano dove sono disponibili quasi 10 milioni di euro (3 da investire su 4 progetti urgenti come i servizi igienici, gli altri da utilizzare in seguito, una volta definite le vocazioni del piano strategico) per una serie di ristrutturazioni in grado di valorizzare un crocevia di interessi e relazioni tanto singolari quanto uniche, votate allo sport, alla cultura e al tempo libero.
Confartigianato Imprese Udine, dal canto suo, ha aggiunto che una fusione porterebbe solo costi aggiuntivi e un aggravamento delle perdite e che serve, perciò, una società snella con un gestore unico da affidare a Pordenone (dove, comunque, sono cinque gli eventi non realizzabili per mancanza di spazi ed esportabili altrove in regione, approfittando delle zone più congeniali), trovando la formula per coinvolgere costantemente Udine. Il tutto senza alcuna forma di concorrenza ma, anzi, avvicinando ulteriormente il bacino del Fvg ad Austria, Slovenia e Croazia con i Balcani come obiettivo finale.

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