Seguici su

Cronaca & Attualità

Grandi rischi per le donne vittime di ludopatia: GambleAware lancia una campagna

Uno studio di GambleAware ha messo in evidenza i rischi molto grandi che corrono le donne vittime di ludopatia

Avatar

Pubblicato

il

Uno studio del 2021 di GambleAware ha messo in evidenza i rischi molto grandi che corrono le donne che sono, purtroppo, vittime di ludopatia. Una campagna di sensibilizzazione cercherà di essere di supporto.

Un problema reale, quello delle donne e il gioco d’azzardo. La campagna di sensibilizzazione sociale, portata avanti da GambleAware, pone l’attenzione su un problema che, se riguarda il mondo femminile, viene spesso messo in secondo piano. In Gran Bretagna, qui trovi la fonte, la campagna per aiutare le donne colpite da questa grave patologia cerca di mettere in risalto questo problema che può avere tantissime conseguenze su chi ne è affetto.

Se pensiamo, poi, che la Gran Bretagna è il più grande mercato del mondo per il gioco d’azzardo (e con la maggior parte degli introiti provenienti dalle lotterie), allora non possiamo chiudere gli occhi davanti a un problema evidente che, di certo colpisce anche gli uomini e i giovanissimi, ma che sembra essere monopolio maschile agli occhi degli esperti. Le donne, invece, amano giocare e scommettere e sono tra le vittime preferite di questa evidente manifestazione di disagio rispetto a ciò che dovrebbe essere il gioco: divertimento e basta.

Le donne e la ludopatia: un problema spesso dimenticato

Il gioco compulsivo, in UK, non è un problema che è stato preso sottogamba, anzi. Negli ultimi anni, soprattutto con un lavoro sempre più fragile a causa della pandemia che porta le persone a cercare svago dallo stress, è stato affrontato in maniera molto seria dalla Commissione Giochi del Governo. Sembra, però, che non sia stato fatto abbastanza per aiutare le donne che già ne sono vittime e che potrebbero esserlo sempre di più in futuro. GambleAware, che è un’organizzazione no profit che si occupa proprio di ludopatia, stima che le donne che ne sono vittime o sono a rischio sono, circa, un milione.

Una cifra che, sicuramente, è molto importante e accende l’allarme su una categoria che viene completamente ignorata quando si parla di gioco compulsivo. Si pensa, infatti, da sempre che la patologia sia, tipicamente, maschile ma, almeno in Gran Bretagna, i numeri raccontano altro. Negli ultimi 5 anni, infatti, il numero di donne che è in cura al National Gambling Treatments Service (che è l’ente governativo dedicato a questo problema) è raddoppiato: si parla di 2424 casi a fronte dei precedenti 1134. Una crescita decisamente importante, soprattutto se si pensa a quante donne possano incappare in questo tipo di problema.

L’importanza della sensibilizzazione

Il problema della ludopatia, quindi, abbiamo capito che colpisce uomini e donne senza fare nessuna differenza. Se pensiamo ai numeri del National Gambling Treatments Service non possiamo non comprendere l’entità del problema. Ma questa situazione non è grave solo in UK ma anche in Italia e negli altri paesi del mondo. Un giocatore su due, infatti, secondo alcuni studi del 2016, è donna.

E le vittime di ludopatia, soprattutto se femmine, non chiedono aiuto. La ricerca di GambleAware, infatti, ha evidenziato come il 39% delle vittime stimate non si rivolgano ai servizi a loro dedicati a causa dello stigma sociale e della vergogna che provano. E il tipo di disagio e giudizio, che colpisce le persone che soffrono di questa patologia, è molto più severo nei confronti delle donne. La sensibilizzazione, rispetto ai tanti campanelli d’allarme che possono toccare anche figure femminili vicine a noi, è molto importante, anche per dare voce a un problema poco conosciuto.

Anche in Italia, va detto, tanto è stato fatto rispetto al gioco patologico. Le campagne che sono portate avanti dall’Agenzia Dogane e Monopoli e dai siti legali (tutti quelli che, nel nostro paese, hanno il numero di licenza unico e il logo sull’homepage) non fanno eccezioni e coinvolgono qualsiasi persona che abbia problemi nel controllarsi. Un’educazione al gioco, sana e divertente, è la soluzione migliore per insegnare, a coloro che ne sono interessati, come giocare e quanto giocare, per lasciare che questo sia uno spasso e una distrazione e, di certo, non una patologia da curare. L’interesse, infatti, anche da parte degli operatori legali, resta molto alto per cercare di frenare qualsiasi tipo di problema o patologia e fidelizzare, invece, clienti educati alla bellezza del gioco e della scommessa fatti in serenità, senza intaccare budget e fragilità personali.

Continua a leggere le notizie di Diario FVG e segui la nostra pagina Facebook

Clicca per commentare

You must be logged in to post a comment Login

Tu cosa ne pensi?