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“Ruote ferme, pedoni salvi”: accordo per la sicurezza stradale tra Comune e associazioni

Chi ha infranto il codice della strada potrà riabilitarsi erogando un servizio alla comunità

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UDINE – Un progetto per la sicurezza stradale, rivolto a persone che hanno infranto il codice della strada e, debitamente formati, potranno riabilitarsi erogando un servizio alla comunità, con particolare attenzione ai bambini e ai ragazzi che vanno a scuola. Si chiama “Ruote ferme, pedoni salvi” ed è un percorso di giustizia riparativa applicato a lavori di pubblica utilità, definito dal protocollo sottoscritto dal sindaco Pietro Fontanini per Comune di Udine, da Giacinto Picozza, Presidente dell’Afvs – Associazione Familiari e Vittime della Strada Onlus (ideatore del progetto), e dalla direttrice dell’ufficio locale di Esecuzione penale esterna di Udine, Rita Bonura.
Presenti al tavolo dei relatori anche l’assessore alla Sicurezza e alla Polizia locale Alessandro Ciani e il comandante Eros Del Longo, che avrà un ruolo di primo piano nella formazione dei destinatari del progetto. Udine diventa così la quinta città d’Italia ad accogliere una progettualità rivolta agli imputati/indagati/condannati affidati all’Afvs e presi in carico dall’Ulepe di Udine, con riferimento sia all’istituto della sospensione del procedimento con messa alla prova, sia quale pena sostitutiva per i reati di guida in stato di ebbrezza alcolica e sotto effetto di stupefacenti. +

L’accordo attuativo del progetto “Ruote ferme, pedoni salvi”, che ha ottenuto il patrocinio del Ministero della Giustizia e dell’Anci, Associazione Nazionale Comuni Italiani, nasce in primo luogo per salvaguardare gli utenti più deboli della strada, ovvero i pedoni. Il progetto ha fatto il suo esordio a Torino nel 2021 ed è stato adottato successivamente anche dalle città di Chieti, Arezzo e Pordenone.
Gli imputati, indagati o condannati vestiranno infatti i panni di “assistenti pedonali” adeguatamente formati dagli agenti di Polizia municipale di Udine e presidieranno gli attraversamenti pedonali a rischio, agevolando il transito dei pedoni. Ogni utente sarà equipaggiato con pettorina ad alta visibilità e paletta. L’Associazione metterà a disposizione della città 10 utenti in esecuzione penale per reati in violazione del codice della strada. L’intento del progetto è quello, da un lato di assicurare una maggiore tutela per gli utenti deboli della strada, dall’altro rieducare gli utenti sottoposti a misura alternativa che hanno commesso un reato in violazione al Codice della Strada.
Questa attività consentirà loro di interiorizzare la gravità del reato commesso e rafforzare sentimenti di legalità, affermando la cultura del bene pubblico. Il progetto “Ruote ferme, pedoni salvi” sarà a costo zero per l’Amministrazione comunale essendo finanziato dal Fondo Vittime della Strada, istituito dall’Associazione, nel quale convergono le donazioni e i versamenti nell’ambito della messa alla prova e giustizia riparativa.

Per il sindaco Fontanini “questo accordo crea le condizioni affinché la città sia più sicura e consente alle persone individuate di seguire un percorso di formazione specifico che consentirà di erogare un servizio prezioso e importante per la comunità. L’accordo ha durata triennale e noi siamo felici che Udine sia tra le prime città a livello nazionale a dotarsi di questo protocollo. Un occhio di riguardo verrà dedicato ai bambini e ai ragazzi che vanno a scuola, nei punti più critici”.
“L’attivazione del progetto “Ruote ferme, pedoni salvi” a Udine – ha spiegato il presidente dell’Afvs Giacinto Picozza – rappresenta un momento importante, di cui andare fieri. Si tratta della quinta città in Italia a credere in un messaggio di cui ci facciamo portatori da ormai tredici anni: prevenire, educare e sensibilizzare. Un ringraziamento particolare va all’Amministrazione Comunale di Udine, all’Assessore Alessandro Ciani, al Comandante della Polizia Locale Eros Del Longo e all’Ulepe di Udine, che hanno sposato con entusiasmo e fin dalle prime battute l’idea di effettuare un ulteriore passo non solo verso la protezione degli utenti deboli della strada, ma verso la rieducazione di coloro che hanno infranto il patto con la giustizia”.

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