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Cronaca & Attualità

La Julia riattrezza la ferrata “Kugy” sulle Alpi Giulie

La via ferrata “diretta Kugy”, attraverso la parete ovest della Cima Strugova, è stata aperta nel 1898 dal celebre poeta alpinista, insieme all’amico Komac e alla guida Koschir

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TARVISIO – Nell’ambito delle attività connesse al 150° anniversario di fondazione delle truppe alpine, gli istruttori di alpinismo della Brigata Alpina “Julia”, in collaborazione con il Consorzio dei comuni del Bacino imbrifero montano della Drava, con il Comune e il Cai di Tarvisio, hanno partecipato alla sistemazione della ferrata intitolata al famoso alpinista austriaco Julius Kugy, nato a Gorizia e morto a Trieste, vissuto nella seconda metà del 1800 fino al 1944. Venerdì 14 ottobre, nella zona del lago inferiore di Fusine, il Cai di Tarvisio e il Comando della Julia hanno inaugurato i lavori della via ferrata “diretta Kugy”.

Il colonnello Franco Del Favero, capo di stato maggiore della Brigata Julia, ha ricordato come non ci sia “stato modo migliore di celebrare tra queste montagne, di una bellezza senza eguali, i 150 anni della costituzione delle Truppe Alpine, in un’ideale vicinanza con chi, a Napoli, ha avuto modo di ricordare l’anniversario della firma di Vittorio Emanuele II dell’atto costitutivo delle prime 15 compagnie alpine”.

La via ferrata “diretta Kugy”, attraverso la parete ovest della Cima Strugova, è stata aperta nel 1898 dal celebre poeta alpinista, insieme all’amico Komac e alla guida Koschir, nel gruppo del monte Mangart nel comune di Tarvisio.

Negli anni ’20-’30 l’itinerario è stato attrezzato, tramite una via ferrata dagli Alpini, per agevolare il controllo del confine italo-yugoslavo. Negli anni le attrezzature, a causa degli agenti atmosferici, si sono deteriorate riportando l’itinerario a presentare caratteristiche da via alpinistica.

Gli istruttori di alpinismo della Brigata Julia, sono stati impegnati per quattro mesi di lavoro, dal 6 giugno al 30 settembre: lungo il tracciato, l’elicottero di Elifriulia, ha reso possibile il trasporto di tre gruppi elettrogeni che hanno consentito l’utilizzo di trapani tassellatori al fine di garantire un’operatività più efficace. Sono stati messi in opera un totale di 400 fittoni a cui sono stati collegati quasi 900 metri di cavo metallico che consentono di percorrere in sicurezza i 615 metri di dislivello dall’attacco della base del ghiaione, fino alla cima.

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