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Economia & Lavoro

Il caro bollette frena gli acquisti: niente regali di Natale per 1 consumatore su 4

Osservatorio congiunturale sull’occupazione curato per l’Ebiter da Format Research e Ires Fvg

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FVG – Tiene l’occupazione rispetto al periodo pandemico, ma l’incertezza economica, i rincari e la mancanza di manodopera rallentano la ripresa delle imprese del terziario in Friuli-Venezia Giulia. Mentre un consumatore su quattro non farà regali di Natale. È la sintesi di quanto presentato nella sede della Confcommercio Udine nel corso di un incontro con la stampa promosso dall’Ente Bilaterale del Terziario del Fvg. Sul tavolo le indagini sul mondo del lavoro di Format Research e Ires Fvg: dai dati sull’occupazione ai profili ricercati, dai fabbisogni formativi alle misure anti-rincari. A intervenire il presidente dell’Ebiter Mauro Agricola, il direttore scientifico di Format Research Pierluigi Ascani e il ricercatore dell’Ires Fvg Alessandro Russo.

L’84% dei consumatori del Friuli-Venezia Giulia ritiene che il Natale 2022 sarà vissuto in maniera più dimessa rispetto al 2021. La sfiducia dei consumatori è dovuta alla preoccupazione per l’aumento dell’inflazione in generale e dei costi delle bollette in particolare. In ogni caso il 74% faranno acquisti per i regali di Natale, mentre il 26% non ne faranno, prevalentemente a causa del peggioramento della propria condizione economica. Chi farà regali acquisterà in prevalenza prodotti enogastronomici, libri ed ebook, capi di abbigliamento, prodotti per la cura della persona. I consumatori faranno i propri acquisti su Internet (60%), ovvero sui siti delle grandi piattaforme online come sui siti di e-commerce, nella distribuzione organizzata (54%) e nei negozi tradizionali (50,4%). Il 44% considera i regali di Natale una «spesa necessaria che hanno sempre avuto piacere di fare», il 31,3% una «spesa necessaria, ma della quale fare volentieri a meno». La stima della spesa media è pari a 154 euro a persona. Oltre otto intervistati su dieci acquistano i regali di Natale a novembre e nella prima metà di dicembre (82,9%); il restante 17,1% farà regali ‘last minute’, dopo il 15 dicembre.

Pur se in leggero calo rispetto ad aprile, l’occupazione del settore terziario del Friuli Venezia Giulia tiene e nel secondo e terzo trimestre dell’anno fa registrare un indicatore congiunturale pari a 51. Negli ultimi sei mesi le interruzioni dei rapporti di lavori hanno riguardato in prevalenza gli addetti a tempo determinato (36%). Mentre, nei prossimi sei mesi, i nuovi addetti saranno inquadrati per il 56% con «contratti a tempo determinato» e per il 33% con «contratti a tempo indeterminato».
Peggiorano le condizioni economiche delle famiglie, l’indicatore congiunturale si attesta a 33, perdendo sei punti su base annua. A pesare sulle loro tasche nell’ultimo semestre sono stati in prevalenza: il ‘caro bollette’ (88,7%), l’inflazione su beni e servizi (75,8%) e le spese legate alla casa (39,8%). Tra coloro che hanno visto peggiorare la propria situazione economica a causa del caro bolletta, l’aumento medio percepito è stato quasi dell’80% rispetto al semestre precedente. Il 70% di coloro che hanno visto peggiorare la propria situazione economica a causa del caro bolletta teme di faticare a sostenere i costi, oltre uno su quattro teme addirittura di non riuscirvi affatto. Quasi la metà delle famiglie nel prossimo semestre si troveranno a dover ridurre la propria spesa al consumo. Infine, il 25,6% dei lavoratori del terziario impiegati a tempo indeterminato teme di perdere il proprio posto di lavoro nei prossimi mesi, l’89,7% di questi si aspetterebbe di incontrare difficoltà nel trovare un nuovo posto di lavoro.

In vista dei prossimi 12 mesi, il 31% delle imprese del terziario del FVG ha già programmato percorsi formativi non obbligatori da erogare in favore dei propri collaboratori. Formazione tecnica, vendita e marketing, e lavoro d’ufficio sono le principali aree sulle quali le imprese del terziario del FVG intendono investire in termini di formazione per i propri collaboratori.
Otto imprese su dieci saranno costrette ad affrontare difficoltà legate all’abnorme incremento dei costi delle materie prime energetiche per restare attive. Le imprese del terziario della regione Fvg per tamponare l’aumento dei costi saranno costrette ad adottare politiche per una significativa riduzione dei consumi energetici e ad aumentare i prezzi. Comunque, il 62,2% delle imprese ritiene del tutto insufficienti le misure prospettate per ridurre l’impatto economico del caro energia (spegnere le insegne luminose, regolare la temperatura ambientale dell’attività nell’ottica di contenere i consumi, etc.).