Nel primo trimestre 2024, calo delle assunzioni a tempo indeterminato in Friuli, ma crescita per contratti stagionali nella Venezia Giulia.
IRES FVG ha premiato le tesi di Filippo Enna e Alessia Micelli per i loro studi sul recupero urbano e la sostenibilità
In Friuli-Venezia Giulia, il numero di lavoratori domestici è diminuito del 10% negli ultimi due anni. Le badanti rappresentano il 76% del totale, con una crescita...
Ripresa occupazionale in FVG nel primo trimestre 2024: +7.500 nuovi posti di lavoro segnano una svolta positiva per la regione
In Friuli Venezia Giulia i redditi medi crescono: Trieste in testa con 26.000 euro, seguita da Udine. Persistono le disparità di genere, con le donne che...
A Drenchia il reddito medio più basso, a Trieste i “ricchi” sono nel quartiere di San Vito. Il 6,5% dei contribuenti dichiara più di 50mila euro,...
Crescono il lavoro femminile e quello over 50, meno partime e più tempi indeterminati. A livello territoriale solo l’area giuliana presenta una variazione positiva (+1.500 occupati),...
Dinamica negativa anche al netto della cantieristica navale. Indagine Ires su dati Istat
Crescono scuola e sanità, diminuiscono ministeriali, regionali e comunali. Trieste quarta in Italia per addetti e settima per retribuzioni
Indagine Ires su dati Mef. A livello territoriale solo le ex province di Udine e Pordenone hanno evidenziato degli aumenti (rispettivamente +4,8% e +6%)
Retribuzioni: 9.400 euro in meno per le donne rispetto agli uomini, la paga degli over 50 è doppia di quella degli under 30
Il calo più evidente nei contratti di lavoro in somministrazione: meno 15%. Licenziamenti disciplinari raddoppiati in 9 anni
Il record a Fontanafredda (+10,6%), la popolazione crolla nella Valli del Natisone e in montagna
La provincia di Pordenone presenta il passivo più consistente (-7,7%), seguita da Udine (-2,2%)
Indagine Ires Fvg su dati Istat. Solo la Sicilia (-17,2%), la Valle d’Aosta (-19,3%) e la Sardegna (-24,3%) presentano dei risultati peggiori
Le dimissioni dei lavoratori sono sempre più diffuse e costituiscono ancora la motivazione di gran lunga principale dell’interruzione dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato