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«Canto il vuoto nel vuoto.» Il ritorno di Garbo

Intervista all’icona della new wave italiana nel fine settimana nella nostra regione: in concerto a Terenzano, sabato 26 e la sera prima storyteller per un incontro con i fans al Caffè Torriani di Udine

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foto: ©Renato Abate

TERENZANO, UDINE – Il re della new wave italiana, il Bowie di casa nostra, ha alzato un tombino dal quale siamo usciti tutti. Soprannomi, aneddoti, mitologia della musica: è lui, Garbo, una vera e propria icona che ritorna nel nostro FVG dove è amatissimo. Due gli appuntamenti, dei quali vi sveleremo i dettagli attraverso la sua intervista.

Qualche passo indietro: «dopo la pandemia sono cambiate delle cose, questo è evidente anche nel nostro mondo, nel mondo della musica dello spettacolo: di facciata c’è questa voglia spasmodica di riaggregazione, ma la situazione è piuttosto statica a mio avviso: insomma idee poche, rievocazioni tante.»

Il vuoto: «c’è in atto, e non da pochi anni,  un’omologazione, un impressionante abbassamento culturale: non a caso ho fatto un album che porta questo titolo: Nel vuoto, ed è proprio questo che io canto: la sensazione di attraversare città per l’appunto vuote, nelle quali l’incontrarsi, lo stare assieme, è formale e ci si ritrova allo stadio, o a teatro o al cinema non tanto per vedere un qualcosa, quanto per esserci e basta. Manca insomma quella spinta rivoluzionaria, tipica dei decenni che furono: i movimenti che scuotevano non esistono più oppure sono delle mere caricature e la solitudine sociale aumenta, con le derivazioni del caso: violenza, disagio, paura.Siamo codici, identificabili, sfruttabili, consumatori. Sembra quasi che l’importante sia fermare le idee. In questo cerco di essere coerentemente continuativo con la mia carriera finché ho cose da esprimere; mi sono sempre sentito e mi sento un artista solitario che si muove in una direzione personale.» La riflessione lucida, attenta, avulsa da qualsiasi retorica del nostro.

Un Garbo oggi: «sono sempre stato un pessimo ascoltatore, mi interessa poco quello che circola: se ci sia o meno un nuovo Garbo oggi nel panorama musicale italiano non te lo so dire: ma sicuramente, se c’è qualcuno che ha possibilità di uscire, farà molta fatica. Viviamo in un’era dove c’è tutto ma non c’è niente, dove la rete ha appiattito tutto, un deserto di granelli di nulla, dove sembra di aver già sentito tutto e c’è solo ripetizione.»

In scaletta, dal vivo, Radioclima, Vorrei Regnare, A Berlino va bene: a quarant’anni di distanza canzoni ancora amatissime: «i grandi classici dal vivo non mancheranno, grazie anche alla collaborazione di Eugene, all’elettronica: perchè la forza di quei brani è che sono atemporali, e quindi ti ci puoi identificare oggi, come ieri, come domani. Ottieni questo nel momento in cui non ti occupi di cronaca e temporalità ma di contenuti sonori e verbali che vanno a colpire condizioni umane, che riguardano l’esistenza, sensazioni che l’uomo si fa al di là della storia e dei tempi. Per me gli accadimenti sono secondari: la differenza tra il sottoscritto e un cantautore è che io non racconto storie ma immagini; non scrivo delle gesta dell’uomo, piuttosto scatto fotografie. C’è stato quel periodo nefasto in cui si facevano concerti da casa, in streaming: in quel momento io invece me ne stavo in silenzio ascoltando… il vuoto. Ho delle domande, ma non ho le risposte, e forse neanche mi interessano.»

Conclude così, Renato Abate, in arte Garbo. E noi rimaniamo con le sue stesse domande: a chi pensiamo quando ci resta qualche attimo, perchè ci perdiamo sempre e soprattutto a Berlino… che giorno è? A Berlino non lo sappiamo, a Terenzano sarà di certo il giorno di Garbo.

Da segnare in agenda:

 

venerdì 25 agosto ore 21.30 @ Caffè Torriani, Udine

Storyteller ed incontro con i fans; dj set a seguire

 

sabato 26 agosto ore 21.30 @ Terenzano, piazza Terenzio

Live

 

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