Negli ultimi giorni, una importante operazione delle Fiamme Gialle di Pordenone ha portato alla luce una rete di vendita di prodotti contraffatti su piattaforme social e di e-commerce. Al centro dell’indagine una donna di 40 anni, residente a Fontanafredda, che è stata denunciata per il commercio illegale di abiti, accessori e profumi falsificati.
La rete di contraffazione online
La rete scoperta coinvolgeva otto persone in diverse regioni d’Italia. La donna di Fontanafredda poteva contare su un sistema organizzato di fornitori, tra cui una persona in provincia di Pordenone, tre in provincia di Lucca, una a Modena, una a Napoli e un’altra in provincia di Reggio Calabria. Questi contatti garantivano una fornitura continua di merci contraffatte delle marche più note e desiderate, permettendo di soddisfare la domanda crescente sui social, dove i prodotti venivano offerti a prezzi ben al di sotto del mercato.
Indagini delle Fiamme Gialle e sequestro dei prodotti
L’indagine, condotta dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Pordenone, è partita dal monitoraggio delle attività della 40enne sui social media e su vari siti di e-commerce. Su disposizione della Procura della Repubblica di Pordenone, è stata eseguita una perquisizione presso la sua abitazione: qui le forze dell’ordine hanno sequestrato 314 articoli contraffatti tra cui vestiti, borse, profumi e set di trucchi.
Questi prodotti erano stati abilmente contraffatti, riproducendo in modo ingannevole i loghi e i dettagli di marche di lusso. Il sequestro ha permesso di sottrarre questi articoli dal mercato illecito, riducendo così i danni economici per i marchi colpiti e proteggendo i consumatori da acquisti ingannevoli.
Il ruolo dei social media e del commercio illecito online
L’operazione mette in evidenza come i social media siano diventati un canale per la vendita di merci contraffatte. Questi canali consentono a venditori illegali di raggiungere un pubblico vasto, sfruttando la facilità d’accesso e la difficoltà di controllo delle transazioni online. I prodotti venivano pubblicizzati come autentici, attirando acquirenti con prezzi fortemente scontati, spesso fino a un decimo del costo dei prodotti originali.
Le indagini della Guardia di Finanza sottolineano l’importanza della vigilanza delle forze dell’ordine e degli acquirenti sui rischi legati a questi acquisti, che vanno ben oltre le semplici questioni economiche.
Sanzioni per 73 acquirenti sparsi in tutta Italia
Durante l’inchiesta, i finanzieri hanno anche rintracciato gli acquirenti dei prodotti contraffatti, per un totale di 73 persone sparse in tutta Italia. Attraverso l’analisi dei movimenti delle carte prepagate utilizzate dai venditori, ogni acquirente è stato individuato e sanzionato per aver acquistato articoli contraffatti.
Le multe inflitte agli acquirenti, secondo la normativa vigente, variano da un minimo di 300 euro fino a un massimo di 7.000 euro, a seconda dell’entità degli acquisti e della loro collaborazione con le autorità. Questa misura si inserisce in una strategia di contrasto alla domanda di merci contraffatte, che mira a scoraggiare i consumatori dall’acquistare prodotti non originali.
La lotta alla contraffazione
L’operazione dimostra l’impegno delle Fiamme Gialle nel contrastare il fenomeno della contraffazione in Friuli-Venezia Giulia e su tutto il territorio nazionale. La contraffazione non solo danneggia le aziende produttrici di articoli di lusso e il sistema economico legale, ma rappresenta anche un rischio per i consumatori, che spesso si trovano con prodotti di qualità inferiore o addirittura pericolosi per la salute.
Il colonnello che ha coordinato le indagini ha sottolineato che il lavoro di monitoraggio proseguirà, soprattutto nei confronti di chi utilizza canali online per vendere merce contraffatta. La Guardia di Finanza invita quindi i cittadini a fare attenzione agli acquisti online e a segnalare eventuali sospetti di truffa o contraffazione.
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