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Jazz & Wine of Peace: si chiude un’edizione straordinaria e… miracolosa

Focus su “Jazz Taste”, l’evento nell’evento, curato da Eduardo Contizanetti

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Foto Luca d'Agostino / Phocus Agency © 2020

CORMONS – Quando la ricorderemo negli annali, la soprannomineremo con ogni probabilità l’ “edizione dei miracoli”: tra defezioni, cambi di programma e sostituzioni last minute, Controtempo ha superato se stessa con una cinque giorni di concerti e degustazioni in completa e piena sicurezza e nel rispetto delle normative vigenti. E questo a detta di pubblico, musicisti, addetti alla sicurezza ed ai lavori.

Che la musica fosse terapeutica era cosa ben nota. Che il vino lo fosse, altrettanto; soprattutto in Friuli. Quando poi il jazz di qualità ed i migliori vini regionali si incontrano ecco che abbiamo un effetto a dir poco taumaturgico! Jazz Taste, l’evento nell’evento, curato dal musicista argentino Eduardo Contizanetti, ormai adottato FVG da quindici anni, è stato il crogiolo di quest’esperienza, apprezzatissima tanto dai locali che dai numerosi turisti enojazzofili arrivati dalla vicina Austria come dagli ultimi ventitré anni a questa parte.

<<Non la solita degustazione>> come ci introduce il curatore stesso, <<ma una nicchia all’interno del festival: il motto è stato quello “dal palato all’orecchio” dove i musicisti che hanno aderito hanno abbinato alla degustazione dei vini brani appositamente scelti, lasciando anche spazio all’improvvisazione, per provare a esprimere attraverso i suoni il particolare e mutevole carattere del vino e le sue caratteristiche, oltre a classici e standard.>>

Tra i protagonisti, oltre naturalmente al vino del giorno (format dell’edizione 2020) lo stesso Contizanetti in coppia con Maurizio Brunod, un altra eccellenza della chitarra acustica, piemontese. Pezzi originali del duo e omaggi ai relativi maestri. Una ballata del nostro Enrico Rava (il quale mercoledì sera aveva già aperto il festival!) e il classicone estratto da Ultimo Tango a Parigi. Firma, Gato Barbieri. Pausa campane rigorosamente live che ci indicano l’ora di cena e gran chiusura con la Milonga del 10, con dedica “al più grande di tutti!” e con aneddoto a seguire. <<Una quindicina di anni fa, Maradona, che per noi in Argentina è un qualcosa di molto simile ad una divinità, era messo davvero male, ingrassato oltre maniera, avevamo paura che non ce la facesse. Succede che un suo vecchio compagno di squadra di gioventù – José Daniel Valencia – lo invita pro forma ad una partita benefica per la raccolta fondi per i bambini del nord dell’Argentina. E lui ci andò per davvero! Allora, preso dall’entusiasmo, comprai subito il biglietto, ma il giorno della partita stavo male e non potei andarci. Ero così triste ma anche così felice nello stesso momento che composi questa milonga!>>

E tutto questo, suddiviso in due appuntamenti nella rassegna già da anni itinerante, il primo nella Tenuta Luisa ed il secondo al Museo Civico del Territorio della “capitale” mentre si celebra la giornata del Refosco, uno degli antichi nobili friulani, già moneta di scambio con La Serenissima a testimonianza del proprio valore. E poi ancora grandi emozioni con Carlo Maver al bandoneon, l’elettronica equilibrata con il Theremin e la voce di Valeria Sturba, in uno squisito mix tra sperimentazione e melodia, il pianismo di Alessandro Scolz, solo per citare alcuni dei protagonisti invitati da Contizanetti.

Tutto rigorosamente in acustico, cento per cento street-credibility, con leggere amplificazioni laddove sia stato strettamente necessario. Sipario domenicale con il duo chitarra e violoncello Lopez De MunainPaola Zannoni nella giornata blend, di scena il Collio Bianco, con la consueta formula del trittico Collio, Colli Orientali, Brda. Originali dei paesi baschi riarrangiati ed introdotti con il più tipico accento euskadi, un abbraccio fortunato tra la ritmica iberica ed armonie di gusto celtico; performance che eleva ninne-nanne tramandate da secoli a perla incastonata in un repertorio inimitabile. Arpeggi solenni ed orgogliosi che paiono uscire dalla notte del tempo ed indicarci di essere delle rocce, mentre tutto sta rotolando. Perchè tutto è ciclico e la prossima stagione, la prossima edizione, il prossimo anno, ci saremo di nuovo.

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