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Friuli Venezia Giulia, si va verso un’autonomia tributaria

Il Presidente del Consiglio Regionale, Zanin: “Resta aperta la partita dell’area vasta, dopo la soppressione delle Province e la creazione di enti di decentramento (Edr)”

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UDINE – “Nei prossimi mesi, per quanto riguarda il Friuli Venezia Giulia approveremo una norma di attuazione dello statuto già concordata con il Governo per l’autonomia tributaria, ovvero la fiscalità sarà decisa dalla Regione una volta concordato con lo Stato il dare e l’avere all’interno del sistema dei balzelli. Questo permetterà decisioni più efficienti verso le necessità dei Comuni, come ad esempio per l’annosa questione della spesa del personale, che potrà essere gestita e smistata a livello regionale, ma anche la scelta dei segretari comunali in un albo regionale. Su queste basi, i Comuni possono ripartire in un’ottica di coordinamento”.

Lo ha reso noto il presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, prendendo parte all’incontro che si è tenuto nella sede comunale di Udine con l’associazione che rappresenta i sindaci emeriti e gli ex sindaci delle Regioni autonome dell’arco alpino – Valle d’Aosta, Trentino, Alto Adige e Friuli Venezia Giulia – presentati da Elio Di Giusto a capo della realtà del Fvg e che ha ricordato come la pandemia abbia bloccato gli incontri per tre anni, ma ora è tempo di ripartire. Con la fascia tricolore, a fare gli onori di casa è stato il vicesindaco della città, Loris Michelini.

“Resta aperta la partita dell’area vasta, dopo la soppressione delle Province e la creazione di enti di decentramento (Edr)”, ha aggiunto Zanin nel suo intervento ai primi cittadini emeriti. “Il Consiglio regionale del Fvg ritiene di trasformare, entro la fine della legislatura, gli Edr non in enti elettivi perché non c’è il tempo per il passaggio in Parlamento, ma quantomeno in organismi che siano rappresentativi dell’area vasta di secondo livello, perciò i Consigli comunali parteciperanno attivamente alla governance di questi organismi di area vasta. Tutto questo si chiama democrazia, rappresentatività e partecipazione al voto”.

Dal presidente Zanin, che tra l’altro aderisce all’associazione quale ex sindaco del Comune di Talmassons, anche la notizia che è iniziato un ragionamento con le Regioni alpine per la creazione di un documento in cui affrontare le ragioni delle specialità, nonché una riflessione su come pandemia prima ed eventi bellici poi, abbiano portato all’accentramento gestionale anche eccessivo di molte tematiche, si veda la partita delle risorse per il Piano di ripresa e resilienza, dove il Governo ne fa la regia ma anche appunto la gestione.

Se poi è vero che l’Europa ha bisogno di presentarsi come un soggetto unico fatto di Stati centrali, deve però essere anche fatta di comunità e Regioni – ha detto Zanin – in sintonia storica e politica tra loro. E dunque chi meglio dei sindaci, che sono persone pragmatiche, che lavorano per risolvere i problemi della popolazione, può essere coinvolto nelle necessità dei territori e nella ricerca di soluzioni. E la specialità delle comunità può essere funzione fondamentale dell’Europa del futuro, per portare una proposta innovativa e di prospettiva.

Infine, il presidente dell’Assemblea legislativa regionale ha sottolineato lo scollamento tra cittadino e classe politica che lo rappresenta, emerso in maniera chiara dalla disaffezione alla partecipazione al voto dimostrata con le recenti elezioni comunali, ove in Fvg un elettore su due ha deciso di non scegliere il proprio sindaco.

“Il cittadino sente di non poter contribuire veramente a quella scelta”, ha detto Zanin, sulla cui cosa ha ammesso che la classe politica deve fare una riflessione. “Allora ecco che l’associazione dei sindaci emeriti ed ex sindaci può rappresentare soprattutto per i giovani un modello, un punto di riferimento per dire che la cosa pubblica si può e si deve continuare ad amare, perché va rispettata e perché rappresenta il nostro essere democratici”.

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