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Cronaca & Attualità

C’era anche il Friuli a Bruxelles per la cerimonia conclusiva di ECCA

Il progetto ha l’obiettivo di sviluppare un percorso didattico volto ad approfondire i punti che si ritrovano nella Carta europea delle lingue regionali o minoritarie. Protagonisti tre studenti del “Magrini Marchetti” di Gemona del Friuli

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Si è chiusa, nelle scorse settimane, a Bruxelles, la seconda edizione di ECCA – European Charter Classroom Activities (Attività in aula sulla Carta europea), progetto co-finanziato dal NPLD – Network to Promote Linguistic Diversity, rete paneuropea con sede a Bruxelles che opera nel campo delle politiche linguistiche. ECCA è nato nel 2019 con l’obiettivo di sviluppare un percorso didattico volto ad approfondire i punti che si ritrovano nella Carta europea delle lingue regionali o minoritarie. Un’iniziativa che ha fatto interagire numerose regioni, interessando scuole e alunni, da un lato, università e partner istituzionali, dall’altro.

Fra questa anche il Friuli, grazie al sostegno dell’ARLeF – Agenzia regionale per la lingua friulana e all’Istituto statale di istruzione superiore “Magrini Marchetti” di Gemona che ha partecipato con tre studenti accompagnati dalla professoressa Nicoletta Bosa. L’avventura di Nicholas Forgiarini, Caterina Picco e Giorgia Giacobbi è cominciata con la partecipazione al concorso ECCA: era richiesto loro di realizzare un video attraverso il quale raccontare se, nella propria terra, parlare più lingue sia consuetudine e perché vale la pena di visitarla. Vinto il concorso, a maggio sono volati alle isole Baleari, dove hanno potuto frequentare il campus ECCA, assieme ai rappresentanti delle otto regioni linguistiche europee, tutti dai 14 e ai 17 anni. I ragazzi e le ragazze hanno partecipato a un itinerario che ha visto al centro le lingue, prendendo parte a diverse attività.

In occasione della settimana di celebrazioni della giornata europea delle lingue (il 26 settembre), nella capitale belga, si è tenuta una cerimonia che ha chiuso questo percorso, con cui molti giovani europei hanno potuto vivere delle esperienze che porteranno certamente nel cuore: «La cerimonia di chiusura ha permesso agli studenti di descrivere il contenuto del video che ha consentito loro di partecipare ai lavori del campus e di motivare le loro scelte. Allo stesso tempo ha permesso agli insegnanti di vedere come i lavori degli studenti rappresentino una spinta concreta al plurilinguismo e alla tutela della propria lingua locale, che è la testimonianza dello spirito di appartenenza; ma anche lo strumento che rivela la consapevolezza di come le piccole cose condivise siano importanti per la salvaguardia delle proprie tradizioni e origini e favorire lo spirito di comunità che permette di valorizzare la propria unicità. È quindi evidente come l’orgoglio per la propria lingua sia la spinta a esserne contemporaneamente fruitori e divulgatori», ha spiegato la professoressa Bosa presente, assieme a Giorgia Giacobbi, all’evento.

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