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Cronaca & Attualità

Bilancio di previsione 2024: sale l’Irpef così come l’attenzione per le fasce deboli

27.172 cittadini non pagheranno l’Irpef. Ingente il piano delle opere: 135 milioni di investimenti

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UDINE – Il Bilancio 2023 risente ancora, anche se in misura minore rispetto al 2022, dell’emergenza dovuta all’incremento dei costi energetici e delle materie prime che si riversano sui costi delle opere pubbliche e dei servizi. Una criticità che si accompagna alla necessità di sopperire in maniera strutturale alle consuete rigidità delle spese per opere e servizi nella parte corrente, evidenti già negli scorsi anni e acuite da incrementi dei costi e dei rinnovi contrattuali.
“I bilanci precedenti hanno dovuto puntare su avanzi ed economie di gestione, oltre che su contributi straordinari” spiega il sindaco Alberto Felice De Toni. “La mancanza di alcuni servizi legata ad in insufficiente turn over del personale e manutenzioni ordinarie e straordinarie è stata evidente ai cittadini. Di fronte alle ennesime criticità abbiamo scelto di ragionare in ottica complessiva, rivisitando completamente il sistema di Addizionale Comunale dell’Irpef, introducendo tre fasce: chi guadagna di più pagherà di più, chi invece ha un reddito imponibile sotto i 15.000 euro non pagherà nulla. Si tratta del 37% della popolazione, è bene che tutti lo sappiano perché fotografa in maniera chiara la situazione economica della nostra città. A fianco a questo provvedimento abbiniamo una serie di agevolazioni che riguardano altri costi comunali, garantendo migliori servizi e respiro alle attività del Comune già dal primo mese del 2024. I cittadini si renderanno subito conto del cambio di rotta perché abbineremo anche un corposo piano di investimenti in opere pubbliche che cambieranno il volto della città”.

LA MANOVRA. Al contempo infatti sono stati stanziate per il futuro ulteriori risorse, per consolidare e garantire migliori servizi e investimenti sin dal primo giorno del 2024, assicurando una programmazione a lungo termine a tutte le funzioni comunali. Sono garantite infatti le risorse necessarie per il reale fabbisogno annuale degli impieghi di parte corrente, con particolare riferimento alle manutenzioni, alla spesa sociale, ai servizi educativi, alla viabilità, al verde, oltre che al contenimento degli oneri derivanti dall’accensione dei mutui. La manovra 2024 complessiva ammonta a 255.593.882 milioni, di cui 177.003.997 di parte corrente, 58.384.885 per investimenti e 20.205.000 per partite di giro. Relativamente alle entrate correnti si evidenzia che: le entrate tributarie ammontano a € 59.458.000 milioni, i trasferimenti correnti sono pari a 89.319.587 e le entrate extratributarie sono pari a 26.002.270. La programmazione degli investimenti futuri beneficerà di una moderata riduzione da parte della Regione del concorso degli enti locali alla finanza pubblica ed è stato deciso di destinare tale disponibilità a spese di investimento, al fine di limitare il ricorso al debito. Il triennio corrisponde inoltre con i termini in cui bisogna portare a conclusione l’attuazione delle opere del PNRR, che prevedono adempimenti complessi e stringenti di tipo amministrativo e contabile.
Nella parte corrente 65 milioni per la spesa sociale, 17 per il territorio e l’ambiente, 12 per l’istruzione. Nuove scuole, case di quartiere e impianti sportivi, in previsione opere pubbliche per 135 milioni complessivi.
La strategia per una città più accogliente, inclusiva e certificata anche dalle voci di bilancio delle Spese Correnti che vedono In particolare le voci di più corpose corrispondere ai capitoli dedicati a:

  1. Diritti sociali, le politiche sociale e la famiglia con più di 65 milioni. Interventi per l’infanzia, i minori, gli asili nido, per le persone con disabilità, anziani e soggetti a rischio esclusione sociale
  2. Sviluppo sostenibile la tutela del territorio e dell’ambiente, con 17 milioni. Tutela e valorizzazione e recupero ambientale, gestione rifiuti, valorizzazione delle risorse idriche
  3. Istruzione e Diritto allo Studio, con più di 12 milioni di spesa prevista. Servizi di pre e post accoglienza scuola, ristorazione scolastica, servizi ausiliari per presidi socio educativi
  4. Tutela e la valorizzazione dei beni e attività culturali, con quasi 9 milioni. Interventi per attività culturali a sostegno di associazioni e sviluppo e valorizzazione del patrimonio artistico e culturale della città
  5. Politiche giovanili lo sport e il tempo libero con più di 5 milioni

LE OPERE PUBBLICHE. Il Comune di Udine ha inoltre predisposto un articolato Programma triennale di lavori pubblici 2024 – 2026, nel quale non sono contemplate le opere già in corso di esecuzione, la cui entità è sicuramente ragguardevole, e che si compone di 15 opere, per un importo di poco superiore ai 52 milioni di euro. Tra le opere in programmazione si evidenziano l’ampliamento, riqualificazione e ammodernamento del polo logistico del mercato ortofrutticolo, al Partidor, la sistemazione e riqualificazione di diversi impianti sportivi tra cui il campo di via Valente, il Bepi Rigo, gli impianti di via Pradamano, via Friuli e via Cormor (Federale); la realizzazione della palestra di roccia e la realizzazione di un parco urbano presso l’ex caserma Piave. Fra le opere previste anche la ristrutturazione di scuole, come la primaria Dante e la scuola d’infanzia Pecile e la prosecuzione dei lavori all’Ex Macello. Ancor più ragguardevole è invece il numero delle opere, ben 49, contenute nel programma dei lavori pubblici che verranno inserite nel piano ad hoc, per un importo complessivo di poco più di 83 milioni e mezzo di euro. Fra le future opere più significative che vedranno la luce nei prossimi anni è previsto un piano articolato di interventi sia nel centro cittadino che nei quartieri. Fra i vari interventi che riguarderanno il cuore di Udine verranno interessate piazza Venerio, piazza Garibaldi e piazzetta San Cristoforo, a completamento di un tratto che da Piazza Marconi arriva fino al laghetto di via Gemona. Importanti interventi sono previsti anche per i quartieri, a partire dalla Case di Quartiere, con una particolare attenzione al miglioramento della loro funzionalità con interventi diffusi di abbattimento barriere architettoniche, sostegno alla ciclabilità fra i quartieri e l’hinterland, il potenziamento della Ciclovia Fvg 1 Alpe Adria, la messa in sicurezza dei punti più critici della viabilità. Per quel che riguarda interventi puntuali questi interesseranno diverse strutture fra cui le scuole primarie, Villa Toppani nell’ottica di un suo recupero in chiave museale, l’area espositiva del Palamostre, oltre che la riqualificazione dell’edificio ex Percoto in piazza XX Settembre.

LE ESENZIONI – 27.172 cittadini – il 37% degli udinesi lavoratori – non pagherà più l’addizionale Irpef. Si tratta di 10.560 cittadini in più. 2.400 famiglie non pagheranno la Tari, 200 famiglie pagheranno un costo simbolico per la mensa scolastica. La direttrice di intervento che è stata seguita per consolidare le scelte di ordine economico è quella di tutelare le fasce deboli della popolazione in un contesto socio economico di sempre maggiore difficoltà. I dati Istat 2022 delle soglie di povertà certificano un aumento delle famiglie che vivono in condizioni di disagio economico. L’indice di vulnerabilità delle famiglie udinesi, secondo i Dati Istat elaborati dagli uffici del servizio sociale testimoniano un rischio consistente di disagio e vulnerabilità: con l’indice più alto, 98.13, rispetto a tutti gli altri Comuni dell’hinterland, quasi tutti con un basso indice di vulnerabilità.
16.612 udinesi – che hanno un lavoro – non guadagnano più di 8.000 euro all’anno. 27.172 sono quelli che hanno un reddito sotto i 15.000 e che, è stato deciso, non pagheranno Addizionale Irpef.
“Una misura che va a tutelare i più fragili” assicura il Sindaco De Toni, che ha la delega al bilancio “e che aiuterà chi ha enormi difficoltà nella vita quotidiana a vivere con maggiore serenità”. Il disagio del territorio udinese viene costantemente confermato dal numero di richieste che pervengono agli uffici socio assistenziali o ai servizi istruzione del Comune di Udine. I servizi sociali nel 2020 avevano in carico 734 nuove persone, passate nel 2022 a 1.198, in particolare minori e anziani. Al momento il Comune si occupa di aiutare con varie misure sociali ben 7.274 persone.

IRPEF, TARI E MENSA. Per questo si è deciso in primis di rivisitare il sistema di ripartizione delle Aliquote dell’Addizionale Irpef Comunale, ferma dal 2007, in base ai principi di equità e giustizia sociale. E’ stato quindi deciso dalla Giunta di dividere per la prima volta l’imposta in tre scaglioni, introducendo una quota di esenzione, destinata ai cittadini con reddito imponibile fino ai 15.000 euro. Grazie a questa misura 27.172 udinesi, 10.560 in più rispetto a ora, non pagheranno l’Addizionale Comunale dell’Irpef. Si tratta circa del 37% della popolazione. A cui si aggiungono ovviamente tutti coloro che non posseggono un reddito (casalinghe, anziani senza pensione, disoccupati). I tre scaglioni prevedono quindi il pagamento dell’Addizionale con una rimodulazione in base al reddito imponibile: la fascia fino ai 28.000 (tranne gli esenti) pagherà una aliquota da 0,60%. La fascia dai 28.000 ai 50.000 sosterrà una aliquota da 0,70% mentre oltre i 50.000 di reddito imponibile è prevista una aliquota da 0,80%. Nel primo scaglione ci sono 50.637 udinesi, nel secondo 16.529 e nel terzo 6.593. Facendo un paio di esempi, una persona con reddito imponibile di 24.001 euro dovrebbe pagare circa 8 euro in più al mese. Un’altra cittadina udinese, con reddito imponibile di 40.000 euro, potrebbe vedere invece un aumento mensile di 14,33 euro.
Lo stesso ragionamento è stato applicato anche alle tasse comunali che non vedranno aumenti nonostante l’aumento sostenuto dell’inflazione nel 2023. In particolare è stato prevista una ulteriore misura di sostegno con l’esenzione della TARI per una fascia delicata della popolazione. Grazie allo stanziamento di 500.000 euro è stato deciso di esentare tutti i nuclei con ISEE fino a 3.000 euro. Si tratta di 2.400 famiglie. Maggiore tranquillità anche per le famiglie con bambini in condizioni disagio che frequentano le scuole comunali. I nuclei con un ISEE fino a 3.000 euro dall’anno scolastico 2024/2025 beneficeranno di una riduzione dell’85% sulla retta della ristorazione scolastica, aumentando quindi i contributi comunali verso questo tipo di utenza, che pagherà solo una cifra simbolica. In questo anno scolastico 2022/2023 circa 190 famiglie appartengono a questa fascia. Per questo fondamentale servizio di equità sociale è stato previsto di incrementare la spesa di circa 170.000 euro.

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