Regione FVGSalute
Sanità: troppa spesa e poca resa, la Regione riorganizza il sistema
La sanità del Friuli-Venezia Giulia costa sempre di più ma con prestazioni non sempre adeguate. Il nuovo piano punta a riorganizzare il sistema, ridurre la frammentazione e potenziare l’efficienza dei servizi a livello regionale

L’analisi presentata dal direttore generale dell’Azienda regionale di coordinamento per la salute mette in luce un aspetto preoccupante: in Friuli-Venezia Giulia la spesa sanitaria è in costante aumento, ma gli indicatori dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) non sono sempre coerenti con la mole di investimenti effettuati. Questo significa che aumentare i fondi non equivale automaticamente a migliorare i servizi sul territorio.
Cosa dicono i numeri
Dal 2015 al 2023, il finanziamento della Regione Friuli-Venezia Giulia risulta più alto del dato medio nazionale, con un ulteriore 6% in più di spesa destinata al personale sanitario, rispetto alla media delle altre Regioni italiane. A fronte di questa maggiorazione, però, la Regione si trova ancora a dover fronteggiare carenze di personale, sia medico che infermieristico, pur essendoci stati 270 nuovi ingressi dal 2020 ad oggi, di cui 230 figure impegnate prevalentemente in attività sanitarie.
Il nodo della frammentazione
La relazione evidenzia come il sistema sia frammentato, con numerose strutture che erogano servizi oncologici e chirurgici senza raggiungere i volumi minimi previsti dalle norme nazionali e internazionali. L’eccessiva dispersione può comportare un calo degli standard di sicurezza e un aumento del rischio clinico, non rispondendo più in modo adeguato ai bisogni della popolazione.
Emblematico è l’esempio dei centri chirurgici: il Decreto ministeriale 70 del 2015 raccomanda, per il bacino d’utenza della nostra Regione, un numero di strutture compreso tra 6 e 12, ma in Friuli-Venezia Giulia se ne contano ad oggi 15.
Verso una riorganizzazione strutturale
L’assessore regionale alla Salute Riccardo Riccardi ha sottolineato la necessità di spostare il focus dalle acuzie alle cronicità, rafforzando i percorsi virtuosi già avviati come la Rete oncologica regionale. Si punta a concentrare e specializzare l’offerta, in modo da garantire massima qualità e sicurezza. Tra gli interventi programmati figurano:
- L’apertura di sei case di comunità nel corso dell’anno;
- L’organizzazione del numero 116117 per le cure non urgenti;
- La riconversione dei punti di primo intervento stagionale di Grado e Lignano;
- La sospensione dei punti nascita sotto i 500 parti annui;
- L’avvio del percorso di specializzazione degli ospedali spoke.
Obiettivo: migliorare la qualità dei servizi
Senza interventi strutturali, la spesa crescerà ancora e gli indicatori Lea rischieranno di rimanere insoddisfacenti. L’obiettivo è quindi riorganizzare il sistema in modo mirato, valorizzando le professionalità già presenti e ottimizzando i costi. L’efficienza diventa la parola d’ordine: occorre rispondere alle esigenze di salute che sono cambiate nel tempo, garantendo la massima sicurezza ai cittadini e sfruttando al meglio le risorse disponibili.
La riorganizzazione strutturale della sanità regionale rappresenta una sfida complessa, ma necessaria. I dati attuali mostrano come un approccio basato più sulla quantità che sulla qualità non sia più sostenibile. La strada indicata dall’assessore e dai vertici tecnici punta a concentrare gli sforzi e a razionalizzare le strutture, con l’obiettivo finale di migliorare l’assistenza a tutti i livelli, dagli ospedali più grandi ai servizi territoriali di base.
Continua a leggere le notizie di Diario FVG e segui la nostra pagina Facebook

You must be logged in to post a comment Login