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Cronaca & Attualità

Udine ricorda il sacrificio del questore Palatucci

Piantato un gelso nel parco della Rimembranza

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UDINE – “È importante ricordare il valore di persone come Giovanni Palatucci: un simbolo, insieme a tanti altri uomini e donne che hanno consentito ai nostri paesi di vivere in libertà e democrazia. Necessaria l’analogia con l’attualità: nessuno avrebbe mai immaginato, nelle occasioni che attraversano questi momenti di ricordo, di dover vivere ciò che stiamo vivendo alle porte dell’Europa. Mai come in questi giorni ognuno di noi è chiamato a fare qualsiasi gesto possibile per consentire il sostegno alle popolazioni colpite dalla guerra in Ucraina, sperando che il buon senso e la pace ritornino, e che la capacità del dialogo riesca a ricostruire delle relazioni e a porre fine al conflitto”. Lo ha detto il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia Riccardo Riccardi che sabato mattina è intervenuto a Udine, nel Parco della Rimembranza, alla cerimonia di piantumazione di un gelso a ricordo del questore reggente della questura di Fiume, Giovanni Palatucci, morto a 36 anni nel campo di sterminio di Dachau nel febbraio del 1945, deportato dopo aver salvato dallo sterminio migliaia di persone, perlopiù di fede ebraica. Una cerimonia organizzata, d’intesa, dal Comune e dalla Questura di Udine, alla quale ha preso parte anche il presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, in concomitanza con la celebrazione, il 6 marzo, della Giornata dei giusti dell’umanità. Alla cerimonia – seguita da decine di cittadini – sono intervenuti il sindaco Fontanini con l’assessore Fabrizio Cigolot, il questore De Bernardin e il docente universitario Tommaso Piffer, a cui è stata affidata la prolusione ufficiale. Toccanti anche le parole di Paola Del Din, l’ex partigiana medaglia d’oro al valor militare, che ha ricordato il clima di quegli anni. L’arcivescovo di Udine, monsignor Andrea Bruno Mazzocato, ha impartito la benedizione prima che venisse scoperta la targa dedicata a Palatucci.

“La Giunta del Friuli Venezia Giulia e il governatore Massimiliano Fedriga garantiscono l’impegno della Regione a sostenere le popolazioni ucraine nelle attività di accoglienza con tutte le iniziative possibili – ha detto Riccardi -. Credo che lezioni importanti di uomini come Palatucci rappresentino uno stimolo, uno sforzo, per cercare di fare tutto quello che è possibile affinché situazioni del genere non si ripetano e vadano a sostegno di coloro che ingiustamente oggi sono colpiti; nelle possibilità dei nostri gesti, che mai potranno essere così importanti come il valore del sacrificio della vita del giovane questore reggente ricordato oggi”.
Giovanni Palatucci, nato a Montella (Avellino) nel 1909, prima in servizio alla questura di Genova, fu assegnato poi a quella di Fiume. Divenuto questore reggente, per la sua attività di contrasto alla persecuzione nazista, dopo aver salvato la vita a migliaia di cittadini, soprattutto di fede ebraica, nel febbraio del 1944 fu arrestato e incarcerato a Trieste. Internato nel campo di sterminio di Dachau, vi morì per gli stenti e le sevizie subiti.
Nel 1990 ha ricevuto dallo Yad Vashem, l’Ente nazionale ebraico per la memoria della shoah, il massimo onore ed è stato riconosciuto “Giusto tra le Nazioni”. Nel 1995 è stato insignito dal Presidente della Repubblica della medaglia d’oro al merito civile. Nel 2004 si è concluso il processo di primo grado per la beatificazione ed è stato proclamato “Servo di Dio”.

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