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Udine riceve “la stecca” da Rimini: nel 2023 l’Adunata alpina torna in Friuli

Il prossimo anno sarà coinvolto tutto il territorio attraverso l’ospitalità diffusa

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FVG – “Siamo prontissimi, lo siamo da tre anni”. È con questo spirito che la sezione di Udine dell’Associazione nazionale alpini (Ana) ha vissuto “la stecca”, ovvero il passaggio di consegne della responsabilità di organizzare l’adunata nazionale 2023 delle penne nere, che dopo Rimini si terrà appunto nella città friulana, da dove manca dal 1996. L’ultima adunata nazionale svoltasi in Friuli Venezia Giulia, invece, si tenne a Pordenone nel 2014.
Tre anni di attesa dovuti ai tempi tecnici, circa un anno – ha spiegato la presidenza dell’Ana di Udine – necessari per preparare il programma e farlo approvare al Direttivo nazionale, poi una volta pronti ci ha pensato il Coronavirus a fermare ogni iniziativa, ma ora è giunta l’ora di dimostrare l’ospitalità udinese, anzi di tutta la regione. Perché l’idea, a quanto pare innovativa, è di coinvolgere tutto il territorio attraverso l’ospitalità diffusa, permettendo così a chi ancora non lo conosce di scoprire ogni sua bellezza e ricchezza, e far nascere la voglia di ritornare.

A raggiungere Rimini per raccogliere il testimone è stata anche una rappresentanza del Consiglio regionale, in primis della sua presidenza, accompagnata da diversi sindaci, perché di festa si tratta ma anche di tradizione, cultura, valori e riconoscimento per quello spirito di sacrificio che da sempre contraddistingue l’alpino nei momenti più sfortunati, si veda per tutti la tragedia del terremoto del ’76 in Friuli. Perché non si tratta di ricordare solo ciò è stato fatto in tempo di guerra, è stato ribadito dai responsabili Ana di Udine a commento della festa regionale degli alpini appena istituita con legge, da tenere ogni 20 maggio. Il supporto delle penne nere arriva nelle calamità, nel momento del bisogno, e questo senza nulla togliere alle altre associazioni e a tutti coloro che hanno partecipato alla manifestazione di solidarietà che è nata dopo il sisma. La data del 20 maggio, infatti, è quella che ha visto la costituzione degli 11 cantieri di lavoro che l’allora presidente nazionale Ana, Franco Bertagnolli, volle per aiutare “i fradis furlans”, i fratelli friulani. Perché l’alpino, oggi come sempre, quando c’è da aiutare risponde: “Presente”, e va.

Della stessa opinione la presidenza del Consiglio regionale, che ricorda l’ampissima maggioranza con cui l’Aula ha approvato quella legge e la sua principale finalità: dare un pubblico riconoscimento allo spirito di abnegazione del Corpo degli alpini, non per questo sottovalutando l’operato di tutti gli altri Corpi. Perché incarna valori come lavoro di squadra, comunità, popolo, reciproco aiuto, che possono fungere da guida per i più giovani.  Sotto questo aspetto, si tratta di una legge che potrebbe essere d’esempio anche per le altre Regioni.  E il pensiero non è differente neppure riguardo all’ospitalità diffusa che potrà e dovrà nascere dall’adunata nazionale 2023, il cui fulcro sarà sì a Udine, ma che vedrà impegnato tutto il territorio regionale a far bella mostra di sé e a dimostrare di essere capace di un’offerta turistica importante come lo saranno l’indotto economico e il ritorno di immagine.
Le quattro giorni di sfilate tra San Marino prima e Rimini poi, con i passaggi delle sezioni Ana davanti al pubblico a cominciare già dalle 8, con i primi ammassamenti in prossimità del lungomare Giuseppe di Vittorio, si sono conlcusi con l’attesa stecca alle 20, con tanto di strette di mano tra il sindaco della città romagnola, Jamil Sadegholvaad, e il vicesindaco di Udine, Loris Michelini, e un arrivederci al 2023.

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