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Eccidio di Porzûs: “Senza ricordo non ci può essere un futuro migliore”

Per l’occasione erano presenti tra gli altri anche per il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani

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FAEDIS – “Nutriamoci della storia di questi ragazzi che ci hanno dato la libertà. Arrivando ai grandi della terra, farebbe comprendere che dopo una guerra c’è sempre una pace e, nel loro caso, una riconciliazione. All’Apo il compito di continuare a raccontare questa storia perché senza il ricordo non ci può essere un futuro migliore”. Con queste parole il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi, è intervenuto oggi a Faedis e nella frazione di Canebola per la celebrazione nel 78esimo anniversario dell’eccidio delle malghe di Porzûs. Per l’occasione erano presenti tra gli altri anche per il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, i primi cittadini di Faedis, Claudio Zani, e di Attimis, Sandro Rocco, insieme a numerosi sindaci e a referenti di Associazioni combattentistiche e d’arma, autorità militari e religiose. Alla celebrazione presente pure il presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin.
“È importante che questa drammatica vicenda sia riconosciuta e sia un valore del nostro Paese – ha aggiunto Riccardi -. Quella di oggi è una cerimonia commossa e commovente, entrata da decenni nel cuore della gente friulana; da alcuni anni è entrata a far parte anche del bagaglio di conoscenze degli storici, dei docenti universitari e degli uomini di cultura che confermano che, quello delle malghe, non fu che uno dei tanti episodi drammatici di cui è costellata la guerra di Liberazione”.

“Di episodi connotati da violenza e sopraffazione ve ne furono molti altri come atrocità e numero di persone che persero la vita: pensiamo al nostro Friuli e al tragico eccidio di Avasinis dove furono uccisi dai nazisti 51 tra uomini e donne e bambini, così come il vicino eccidio di Torlano di Nimis, con 33 tra uomini donne e bambini trucidati. Sono episodi di una atrocità immensa, che ci lasciano senza parole. La loro esecrazione è comune a tutti noi e travalica ogni schieramento politico e culturale” ha ricordato il vicegovernatore nel suo intervento. “Grazie, allora, ai partigiani della Osoppo, non solo per l’impegno profuso nel mantenere viva la memoria in questi decenni ma per il clima di sereno confronto che l’associazione è riuscita a mettere in atto, consentendo di trovarci oggi in una situazione in cui sono scomparse le asprezze del passato – ha aggiunto ancora Riccardi -. Grazie, alla Osoppo, per la grande lezione di libertà. Sarà importante, anche nei prossimi anni, che vengono sviluppati progetti e idee che sono state elaborate in questo periodo: occorre che il simbolo di questa storia di libertà, cioè delle malghe di Porzûs, sia valorizzata al massimo”.

La celebrazione, come di consueto organizzata dall’Associazione partigiani Osoppo (Apo), in collaborazione coi Comuni di Attimis e Faedis, ha visto la partecipazione anche di gruppo di ragazzi della Casa dell’Immacolata di don Emilio de Roja.
La cerimonia ha visto un primo momento commemorativo in piazza Primo Maggio, a Faedis, cui ha fatto seguito un secondo momento solenne, con la messa officiata da don Marco Minin, il cappellano militare della Brigata “Julia”, nella Parrocchiale della frazione di Canebola. Qui è stata ricordata la figura di don Redento Bello, nome di battaglia “don Candido”, nel decimo anniversario della sua scomparsa.  Infine si è tenuto il pellegrinaggio alle malghe di Topli Uorch (a Porzûs di Attimis) dove sono stati onorati i caduti della Brigata Osoppo con la deposizione di una corona, di un mazzo di fiori e con la recita delle preghiere.

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