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Cronaca & Attualità

Studenti ai tempi del coronavirus: c’è un’indagine dell’UniUd

Già superate le 500 risposte nelle prime ore dalla messa online. Iniziativa nell’ambito di Orienta Salute e Cantiere Friuli

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UDINE  Valutare l’impatto dell’emergenza Coronavirus sulla percezione del rischio e sulle paure degli studenti universitari dell’ateneo friulano, sondare la loro conoscenza e consapevolezza rispetto all’importanza delle misure igienico-sanitarie adottate in questa fase di emergenza e analizzare il peso delle prescrizioni sulla loro vita quotidiana. E’ questo l’obiettivo del questionario online “Gli studenti Uniud ai tempi del Coronavirus tra percezioni e consapevolezze”, frutto di un lavoro di squadra tra l’Officina “Persone, comunità e servizi socio-sanitari” e l’Officina “Demografia e territorio” del Cantiere Friuli dell’Università di Udine. Il questionario è stato lanciato ufficialmente il 20 aprile e si prevede una forte e robusta partecipazione della popolazione studentesca, visto che già nelle prime ore dalla messa online sono state superate le 500 risposte.

«Questa pandemia ci ha sicuramente fatto sentire molto più vulnerabili costringendoci a riconoscere la nostra grande fragilità di fronte ad un virus sconosciuto e potenzialmente mortale», spiega Carolina Laperchia della Officina Persone, comunità e servizi sociosanitari e responsabile di produzione del portale Orienta Salute (www.orientasalute.it), progetto di ricerca nato da un’idea del prof. Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità. «Ci sembrava quindi importante, come Officina dedicata alla salute nelle sue molteplici declinazioni – continua – valutare quanta fragilità si è generata anche in questi ragazzi così giovani e avere il polso della loro conoscenza e consapevolezza rispetto all’importanza delle misure igienico-sanitarie adottate in questa fase eppure fondamentali sempre».
Secondo Mario Casini, dell’Officina Persone, comunità e servizi socio-sanitari e responsabile scientifico di Orienta Salute, «appare sempre più evidente che gli unici due principi per fronteggiare il virus sono la cura dell’igiene, con particolare riferimento al lavaggio delle mani, e il distanziamento sociale. In attesa di un vaccino – spiega – Ci sembrava opportuno verificare quanto di questi messaggi fosse arrivato ad una popolazione così giovane, che si sta formando, e quali azioni poter eventualmente mettere in atto per rafforzare questo discorso in una logica informativa e non impositiva». «L’idea del questionario, che nel suo anonimato garantisce la completa privacy dello studente, è nata all’inizio della fase di restrizione della nostra mobilità quotidiana – precisa Gian Pietro Zaccomer, geografo quantitativo dell’Università di Udine – Concentrare l’attenzione sui soli studenti del nostro ateneo, rispetto ad altre rilevazioni, ci è sembrato particolarmente interessante poiché sono proprio i giovani a pagare un forte tributo in questa situazione non tanto, probabilmente, in termini di numeri del contagio quanto di socialità e maggiori difficoltà nel percorso formativo nonostante il grandissimo impegno profuso da tutti i colleghi dell’Università nelle lezioni online».

Secondo il coordinatore del Cantiere Friuli di Uniud, Mauro Pascolini, «il legame di Cantiere Friuli con il territorio emerge con forza in questo momento in cui riemergono i valori che hanno guidato il Friuli nella ricostruzione post-terremoto e non può prescindere dalla relazione con la comunità studentesca, che rappresenta il fondamentale riferimento dell’azione dell’Università». Da ciò, sottolinea il docente,«la necessità di concentrare il nostro impegno per rilevare i possibili nuovi bisogni che di giorno in giorno emergono, al fine di proporre ai nostri studenti e studentesse le soluzioni più praticabili e vicine a loro e possibili chiavi di lettura e riflessione sui nuovi scenari aperti dall’emergenza Coronavirus».

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